fonte: ContraInfo
traduzione: Kōtoku
Un appello per una manifestazione che si terrà… in Catalogna? Beh, noi approfittiamo della traduzione di questo breve ma eloquente comunicato per proporre qualche considerazione sui movimenti studenteschi.
Sono anni che gli studenti si riversano nelle piazze d’autunno per protestare contro i tagli alla scuola e all’università pubblica. Il continuo avanzamento delle riforme si contrappone all’incisività sempre minore di queste lotte studentesche; non da ieri si discute sul “come” portare avanti le battaglie per il diritto allo studio. Troppe volte, però, si è glissato sul “cosa” si difende con queste lotte. Sono state prodotte analisi e riflessioni libertarie sull’argomento in ogni lingua esistente, e non mancano critiche radicali a queste piattaforme rivendicative, anche in italiano.
L’università non è un’”isola felice” nella quale rifugiarsi di fronte alla miseria del mondo; al contrario, è uno dei principali luoghi deputati alla ri-produzione dell’esistente. L’università produce classe dirigente, forza-lavoro intellettuale qualificata destinata alle “nuove frontiere” del quaternario, o più semplicemente manodopera da utilizzare a costo ridotto nel terziario. L’università produce ricerche utili allo sviluppo della tecnologia bellica, del nucleare, del controllo sociale, della nanotecnologia, della ristrutturazione capitalista…
C’è ben poco da salvare di questo sistema universitario, e molto da distruggere. Allo stesso tempo, non si può perdere il gusto di scoprire e confrontarsi. La didattica libertaria, la costruzione di percorsi di apprendimento e studio totalmente altri da quelli dei programmi di Stato o delle strutture del Capitale, sono tutte componenti di un diverso modo di intendere la formazione degli individui, e fanno capo inevitabilmente ad un principio: quello del’autogestione, che può essere tale solo se intesa come autogestione della vita.
Niente di nuovo, certo, ma chi conosce un po’ il movimento studentesco sa bene quanto possano essere considerate “inattuali” o “fantasiose” tali banalità di base.
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28 Febbraio – Sciopero studentesco
Il 28 febbraio gli studenti e le studentesse torneranno nuovamente a manifestare contro l’aumento delle tasse universitarie e la crescente privatizzazione dell’educazione pubblica. L’opposizione a queste misure, anche così, non dovrebbe accecarci e farci credere che la soluzione passa per un ritorno al vecchio modello. È precisamente questo modello di gestione, quello statale, che ha permesso l’attuazione delle misure che tanto critichiamo.
Le università, oggi come prima dell’inizio dei tagli, sono tutte la stessa cosa: centri di sterminio della ragione e dell’essere umano, convertito in un semplice dato quantitativo in vista dell’ingresso nel mercato del lavoro che tante volte abbiamo respinto preventivamente durante gli scioperi e le manifestazioni. Dalla critica alla privatizzazione e ai tagli, coltiviamo e cerchiamo in mezzo a tutti e tutte un nuovo modo di apprendere e diffondere la conoscenza, senza l’intervento dello Stato capitalista, di imprese private o di poli-professori aspiranti pensatori progressisti.
Il 28 febbraio scenderemo in strada, ma non per difendere il perpetuarsi del sistema attuale, bensì per mostrare come da una prospettiva rivoluzionaria si possa proporre un modello di apprendimento basato sull’orizzontalità, l’autogestione e al servizio del popolo.
Per l’anarchia. Non un passo indietro nella guerra sociale.
NÉ PUBBLICA NÉ PRIVATA, AUTOGESTITA!